Venerdì 30 settembre presso il Birra Store di Paderno c’è stato un incontro dal titolo: “Il CIBO MAL… TRATTATO – I Trattati di libero commercio ostacolano la tutela dell’agroalimentare e la questione dei pesticidi va affrontata per tutelare il suolo, la salute, l’ambiente- al quale hanno partecipato Emilia Accomando referente del comitato STOP TTIP Udine e Ezio Burigana del Comitato Stop Pesticidi FVG. A seguire il report della situazione attuale e l’intreccio tra trattati di libero commercio e pesticidi.
I Trattati di Libero Commercio (TTIP, CETA, MERCOSUR) aggrediscono i diritti dei cittadini, eliminando tra l’altro il Principio di precauzione, quel sistema di controlli di ogni prodotto a monte e non a valle come avviene nel sistema anglo americano.
La protezione di un agroalimentare sano e rispettoso del clima, dell’ambiente, della salute resta sotto osservazione proprio per la presenza di forti interessi da parte delle Multinazionali del settore. E l’Unione europea rassicura a parole dicendo che gli standard alimentari non verranno abbassati, mentre apre la porta sul retro all’industria agrochimica.
Qual è la richiesta delle Multinazionali? Le Multinazionali del settore chiedono con il TTIP all’Unione europea di abolire la messa al bando di 58 principi attivi che riguardano il 60% dell’import europeo dagli Stati Uniti, con il CETA si vuole introdurre grano a basso costo trattato con glifosato usato come essiccante in quella fascia climatica, con il Mercosur (Trattato tra l’Unione europea e quattro Paesi dell’ America Latina), proprio il Brasile, capofila,si tenta di far entrare in UE prodotti trattati con ogni tipo di Pesticidi. Ricordiamo a questo proposito che il Brasile acquista l’80% dei pesticidi prodotti a livello mondiale, di cui il 72% altamente pericolosi, con 700 persone morte ogni anno appunto in Brasile per contatto diretto con le sostanze usate.
Qual è la posizione dell’Unione europea? Con un atteggiamento ondivago l’Unione europea a parole proclama il Green Deal e nei fatti abbandona la difesa della salute, dell’agroalimentare, del clima. Per di più, secondo notizie del Ceo, Corporate Europe Observatory, una Ong belga che monitora le attività delle Multinazionali a Brux, Bayer, BASF, Corteva, Syngenta assediano le istituzioni e la fortezza Ue comincia a franare, avviandosi ad allentare le norme vigenti, dopo che la Ue aveva messo al bando 149 su 504 dei principi attivi approvati in Brasile. Posizione sconsiderata anche pensando che i profitti vincono sulla tutela non solo dei cittadini europei ma anche sulla tutela di chi in quei Paesi, come in Brasile, perde la vita, 700 morti in Bras per contatto diretto con pesticidi, senza rispetto per una forza lavoro sacrificata alle leggi del profitto.
Intervento di Ezio Burigana del Comitato Marcia Stop Pesticidi
Nell’intervento di Burigana sul tema Pesticidi durante l’incontro del 30 settembre “Il cibo Mal…Trattato” si è spaziato in una panoramica sulla presenza dei Pesticidi in Italia e in particolare in Fvg con una disamina attenta delle ricadute dei pesticidi sulle colture, le acque e la salute dei cittadini. L’impegno è di proseguire il monitoraggio sui territori e l’avvio di una serie di richieste sul PAN(Piano nazionale per un uso sostenibile dei Fitosanitari) per sollecitare indicazioni maggiormente restrittive sui pesticidi e sul confronto con alcune catene commerciali del territorio.
Cosa indica il termine Pesticidi? Vengono compresi in questo termine sia il gruppo di Fitosanitari, sostanze che hanno un effetto di protezione da parassiti ed infestanti, sia il gruppo dei Biocidi, sostanze usate per uso non agricolo, contro le zanzare o su tappeti erbosi, anche sui campi di calcio, ecc.
Quali dati abbiamo a disposizione? I dati ufficiali desunti da uno studio di Legambiente sui dati dei laboratori pubblici italiani anno 2017 sottolineava già in quel momento su 100 campioni la presenza di pesticidi per l’1,3% fuori norma sull’ortofrutta nazionale e per il 3,8 % sull’ortofrutta importato; inoltre per i prodotti nazionali i campioni senza residuo sono il 61,4% mentre per quelli di provenienza estera scendono al 35,5 %.
Dati seri aggravati dal fatto che per i campioni regolari con multiresiduo, cioè la presenza di più pesticidi in un unico alimento, sono il 18,4% per l’ortofrutta nazionale. E le norme europee considerano fuori norma solo il caso che almeno un pesticida superi il limite massimo di residuo (LMR); non viene considerata la somma di residui in un unico prodotto.
Dati sempre ufficiali dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale), ente del Ministero dell’Ambiente, conferma l’assenza di una valutazione sugli effetti della miscela di sostanze su ambiente, persone e alimenti, mentre è provato scientificamentel’aumento del livello di tossicità nel caso di miscele di diversi pesticidi.
Si parla anche di inquinamento delle acque? Il problema della miscela di inquinanti tocca anche le acque pubbliche, sia superficiali che sotterranee monitorate anch’esse dall’ISPRA e dagli organismi Regionali.Esiste una difformità del controllo sul territorio nazionale e non tutte le regioni aderiscono al monitoraggio; le sostanze monitorate sono quelle in uso, non quelle in commercio che sfuggono a un normale controllo.
Nel 2014, a livello nazionale la presenza di pesticidi nelle acque superficiali era il 64% dei punti monitorati mentre in quelle sotterranee il 22%.
In Friuli Venezia Giulia, sempre nel 2014 hanno evidenziato residui di pesticidi nel 47% dei punti di monitoraggio delle acque disuperficiee il 68% di quelle sotterranee.
Il monitoraggio del 2015/2016 ha portato ad un’impennata dei dati,per le acque superficiali al 68% e per quelle sotterranee all’81% e con i punti di monitoraggio fuori norma rispettivamente del 21% e del 34%.
Sostanzialmente, ciò è avvenuto raddoppiando le sostanze cercate (53 nel 2014 e 112 nel 2015-16).
Qual è il dibattito odierno sui pesticidi? Alcune riviste specialistiche minimizzano i dati degli inquinanti negli alimenti.
La realtà nel mercato dei Pesticidi dice che dal 2001 al2011 con una riduzione delle vendite dei prodotti fitosanitari del 22%, è invece aumentata la presenza dei pesticidi nelle acque.
Si dà per scontato che sia necessario attuare una difesa fitosanitaria in agricoltura per preservare qualità e quantità delle produzioni,ma all’interno della famiglia dei fitosanitari, ci sono sostanze molto pericolose che danneggiano la salute umana e l’ambiente nel suo complesso in quanto non sono intercettate dai normali processi biochimici naturali.
A questo proposito possiamo ricordare gli studi e la raccolta documentale di ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) sui danni provocati dai pesticidi sulla salute umana e una ricerca dell’Università Di Torino con il Cnr-Iom e della Scuola internazionale superiore di Studi avanzati di Trieste sull’interferenza provocata a danno del sistema ormonale e ghiandolare del Gliphosato e del Imidacloprid.
Inoltre, l’Istituto Ramazzini di Bologna, che aveva già provato scientificamente il rischio cancerogeno del Gliphosato, sta completando lo studio sulla stessa molecola ed altri effetti sulla salute umana, in vista della procedura autorizzativa europea prevista nel 2023. A tale proposito ha lanciato una campagna di raccolta fondi che permetterà di completare in tempi brevi il lavoro già avviato.
Quali linee d’azione del Comitato Stop Pesticidi?
L’impegno è di ampliare la collaborazione sul territorio con Comitati e Associazioni friulane, con proposte elaborate dal Forum Stop Pesticidi.
Il Comitato Stop Pesticidi fa parte del Coordinamento nazionale Marcia Stop Pesticidi di cui è presidente onoraria la dr.sa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini. Il Coordinamento, grazie soprattutto all’attività del Comitato Treviso-Belluno, opera in rete con Pan Europe e ICE (associazione europea per la difesa dei pronubi). Sul sito Marcia Stop Pesticidi sono reperibili diversi materiali informativi.
Come Forum Stop Pesticidi è stata avviata un’interlocuzione con Natura Sì e Coop Italia Alleanza 3.0, cioè con la Distribuzione organizzata ed i Consumatori, su una proposta di massima per:
– la modifica del nuovo Piano Azione Nazionale per un uso sostenibile dei Fitosanitari con criteri piùchiari, restrittivied efficaci sul territorio allo scopo di ridurre del 50% l’utilizzo dei Pesticidi, a tutela della salute umana e dell’ambiente;
– implementare la Politica agricola nazionale e regionale, tramite il Piano di Sviluppo Rurale ed altri strumenti, nell’incentivare fortemente la difesa integrata obbligatoria, l’agricoltura biologica e biodinamica, altri approcci certificabili, la riduzione di sostanze dannose nella conservazione degli alimenti, l’informazione diffusa sulla corretta alimentazione e le scelte alimentari.
Una proposta, emersa dalla discussione, potrebbe essere rilanciare la Campagna No Gliphosato collegando questo pesticida all’utilizzo importante nella coltivazione delle materie prime per alcuni prodotti di largo consumo (birra, vino, farine di cereali, alimenti esotici, ecc.). Se ben orchestrata, l’azione potrebbe avere effetti simili a quelli ottenuti con l’olio di palma.