Il progetto Pan e farine di Muzane è un esempio concreto di filiera corta, che racchiude in sé sostenibilità ambientale, solidarietà e valorizzazione delle risorse del nostro territorio. Tutti i passaggi della filiera avvengono, infatti, in Friuli Venezia Giulia, dalla coltivazione alla trasformazione, dal confezionamento alla vendita. L’iniziativa è nata nel novembre del 2014, quando il Comune di Muzzana del Turgnano ha deciso di convertire all’agricoltura biologica circa 90 ettari di terreni ad uso civico. Si tratta delle cosiddette proprietà collettive, cioè terreni agricoli che già nel Medioevo appartenevano alla collettività e venivano utilizzati dagli abitanti del luogo per fare legna o per il pascolo del bestiame. A novembre 2016 il periodo di conversione è terminato, pertanto il raccolto di quest’anno è stato il primo a essere certificato biologico, una scelta fatta a tutela dell’ambiente, della biodiversità e della salute dei consumatori. L’estensione attuale dei terreni destinati alla produzione di frumento tenero panificabile è di 7 ettari; i rimanenti vengono coltivati a frumento tenero panificabile, farro, orzo e soia.
Il bando per la gestione del progetto è stato vinto dal consorzio di cooperative sociali Il Mosaico, che impiega persone svantaggiate con l’obiettivo di reinserirle nel mondo del lavoro. Il Comune si occupa della coltivazione dei terreni, mentre la macinatura avviene presso il Molin Novacco di Ajello del Friuli. Il mulino a pietra consente di ottenere farine integrali e semintegrali che mantengono inalterate le proprietà nutrizionali e le componenti nobili dei cereali, prima fra tutte il germe. I ragazzi della fattoria si occupano anche del confezionamento e della vendita delle farine a privati, negozi, trasformatori (panifici, pizzerie, pasticcerie, ecc.) e gruppi di acquisto della zona.
La sinergia tra solidarietà e rispetto per l’ambiente e il giusto mix tra innovazione e tradizione hanno determinato un crescente interesse verso il progetto da parte dei consumatori, sempre più consapevoli dell’importanza delle piccole scelte quotidiane per contribuire al cambiamento.
Nel territorio regionale sono state avviate anche altre iniziative simili. Il Comitato frazionale per la gestione dei beni civici di San Marco di Mereto di Tomba è stato il promotore del progetto Pan e farine di San Marc, mentre il comune di Mereto di Tomba è promotore di Pan e farine del Friûl di mieç. Nella zona del Friuli orientale è stato costituito, invece, il primo Patto della farina del Friuli Venezia Giulia, in cui il prezzo finale viene concordato tra i vari attori della filiera per far sì che produttori, trasformatori e commercianti ricevano il giusto compenso per il lavoro svolto e, allo stesso tempo, il consumatore finale paghi un importo equo.
Tutte queste filiere hanno aderito al Forum dei beni comuni e dell’economia solidale del Friuli Venezia Giulia, una rete orizzontale di cittadini e associazioni, costituita nel 2012. Autosussistenza, buon vivere e riduzione della dipendenza da altri territori e dal mercato sono gli obiettivi principali del Forum, che sta lavorando affinché il Friuli Venezia Giulia diventi una bioregione. L’idea è infatti quella di mettere in atto un insieme di buone pratiche per favorire la partecipazione dei cittadini alla gestione responsabile del territorio, per favorire pratiche di economia solidale a sostegno delle imprese locali e dell’occupazione. Il Forum ha anche proposto una legge regionale dal titolo “Norme per la valorizzazione e la promozione dell’economia solidale”, approvata dal Consiglio Regionale a marzo 2017. Essa è finalizzata a incentivare la costituzione di filiere produttive e avanzare proposte e programmi alla Pubblica amministrazione per il loro sostegno.
AIAB-APROBIO FVG