caro Concittadino,
qui sotto trovi le ragioni per le quali occorre dire SI al referendum del 17 aprile prossimo, contro le trivellazioni di petrolio e gas davanti alle nostre coste del mare Adriatico. Ma, al di là delle ragioni ben spiegate nell’appello, occorre andare a votare anche per dimostrare, prima di tutto a noi stessi, che “la sovranità appartiene al popolo”, mentre oggi il governo fa di tutto per svuotare questo principio basilare della democrazia, invitando i cittadini-sudditi all’astensione. Ed ora le ragioni per dire SI:
– In Italia il Governo deve investire da subito su un modello energetico rinnovabile, pulito, distribuito e democratico, già affermato nei Paesi più avanzati, Il tempo delle fonti fossili è superato.
– L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante, con un impatto rilevante sull’ambiente e sull’ecosistema marino.
– Alla Conferenza ONU sul Clima tenutasi a Parigi lo scorso dicembre, l’Italia -insieme con altri 194 paesi- ha sottoscritto uno storico impegno a contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi centigradi, perseguendo con chiarezza e decisione l’abbandono dell’utilizzo delle fonti fossili. Fermare le trivelle vuol dire essere coerenti con questo impegno
– Le fasi di ricerca che utilizzano la tecnica dell’airgun (esplosioni di aria compressa), hanno effetti devastanti per l’habitat e la fauna marina.
– Le ricerche di gas e petrolio mettono a rischio i nostri mari e non danno alcun beneficio durevole all’Italia. Le riserve di petrolio attuali nei mari italiani basterebbero a coprire il fabbisogno energetico di solo 7 settimane, e quelle di gas appena 6 mesi.
– Il “petrolio” degli italiani è ben altro: bellezza, turismo, pesca, produzioni alimentari di qualità, biodiversità. Estrarre il petrolio dal nostro mare è un affare per i soli petrolieri, che in Italia trovano le condizioni economiche tra le più vantaggiose al mondo, imposte dal Governo.
– In un sistema chiuso come il mar Mediterraneo un eventuale incidente, su una piattaforma d’estrazione, sarebbe disastroso e l’intervento umano pressoché inutile. Lo conferma l’incidente del 2010 avvenuto nel Golfo del Messico alla piattaforma Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento da petrolio mai registrato.
– E’ ormai provato che per ogni GWh di energia prodotta da le fonti rinnovabili impiegano dalle 5 alle 10 unità lavorative rispetto all’unica unità impiegata dalle fonti fossili. Quindi con le trivellazioni si creerebbero 3.000 posti di lavoro, come afferma il Governo, equivale a dire che si perderebbero tra i 15.000 e i 30.000 posti di lavoro nel settore delle fonti rinnovabili.
Informazioni e aggiornamenti nel sito www.fermaletrivelle.it