La grande ipocrisia

Prima di bombardare gli scafisti bisognerebbe analizzare l’intera catena alimentare di cui gli scafisti sono le sardelle che si nutrono del plancton (gli ultimi), mentre sopra troviamo i signori della guerra riforniti dai mercanti d’armi dei “paesi civili”, poi gli Stati, poi le multinazionali per arripocrisiaivare infine a Goldman Sachs e BlackRock, che manovrano anche i capitali dei fondi pensione di centinaia di miglia di piccoli risparmiatori (e qui si chiude il cerchio). Quindi, guai se il plancton si esaurisce!
Che fare? Bisogna svincolarci da questa globalizzazione che ci rende complici di questa infame catena alimentare, creando una nuova economia che per ora riguarda esigue minoranze, fra loro scollegate, spesso liquide, autoreferenziali, del tutto ininfluenti. Connetterci e condividere un comune progetto di cambiamento è la nostra prima concreta risposta al fenomeno della macelleria sociale in corso. Quindi, bene le marce, le denunce, ma se restano le uniche azioni che sappiamo sviluppare, dobbiamo sapere che non fermeremo il massacro.

Per approfondire leggi dal sito “comune info” :la grande ipocrisia sui profugli di di Alain Goussot.

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