Il Primo incontro per la costruzione di una filiera della farina

Sabato 11 ottobre membri del Forum Comune del distretto di Udine e dell’Alto Isontino si sono incontrati al Molino Tuzzi di Dolegna del Collio (Go) per porre una pietra miliare nel progetto di costruzione di una rete di economia solidale, attraverso l’abbozzo di una prima filiera della farina. All’incontro erano presenti una quarantina di persone ed è stato preceduto da una visita guidata.
Il Mulino è attualmente alimentato ad energia elettrica, in quanto, come ci ha spiegato Enrico Tuzzi, proprietario del Mulino, non sono ancora giunti a buon fine, dopo anni di controversie giudiziarie, i lavori di ripristino dell’antica roggia deviata da una frana. Il Mulino conserva però intatti i vecchi ingranaggi, custoditi e curati dalla famiglia Tuzzi, che ospita anche, nell’adiacente museo, raccolte di foto e reperti d’epoca, oggetto di visite scolastiche e di istruzione.
Dati alla mano, poi, l’agronomo Stefano Bortolussi ci ha spiegato i costi di produzione del frumento e del mais e la differenza nella resa tra coltivazioni convenzionali e biologiche.
In sintesi il costo di produzione si aggira sugli 800 euro/ettaro e su di esso pesa prevalentemente l’uso dei fertilizzanti. Per il frumento convenzionale la resa media è di 60 quintali per ettaro, con un prezzo di vendita che oscilla dai 15 ai 28 euro/quintale. Poco più della metà, 33-40 quintali/ettaro, la resa per il biologico, che, anche se venduto ad una quotazione maggiore di 45-50 euro/quintale, prevede poi due anni di rotazione con erbe mediche (foraggio), che abbatte ulteriormente il reddito per il produttore (il frumento convenzionale viene ruotato con mais e soia, economicamente più vantaggiosi).
Da questi dati ne deriva che il piccolo agricoltore non può sopravvivere e deve lasciar spazio alle grandi aziende, che inseguono le logiche di mercato.
L’Italia comunque importa grosse quantità di frumento da Canada e Francia perché

la qualità prodotta sui nostri terreni non è adeguata agli standard qualitativi richiesti dal mercato.
La qualità del frumento viene infatti quotata sul mercato in base al contenuto proteico, che si correla alla forza e alla velocità di lievitazione delle farine, nella logica che il tempo è denaro, a discapito, come tutti sappiamo, della qualità salutare e organolettica del cibo.
Lo sfruttamento intensivo della terra produce, inoltre, il suo depauperamento di materia organica e sali minerali, rendendola inutilizzabile per le prossime generazioni.
Contro corrente si muove Gabriele Pavano, che conduce a Lestizza una piccola azienda familiare in conversione dal convenzionale al biologico e che quest’anno ha seminato e coltivato vecchie sementi di mais. La resa per quest’anno non copre le spese, ma Gabriele si è detto contento lo stesso perché il prossimo anno potrà seminare “le sue sementi”.
Gabriele ci ha illustrato anche le tecniche di sarchiatura (per dare aria in profondità alle radici del mais) e la raccolta “a pannocchia”, invece che con il mietitrebbia, che permette di selezionare meglio la granella ed evitare le muffe.
Il contenuto in aflatossine delle granella, che fa la differenza tra mais destinato all’alimentazione umana o animale (e quindi di valore commerciale inferiore), va infatti certificato dal singolo coltivatore mediante analisi in laboratori specializzati, il cui costo si aggira sui 70 euro per partita. L’esame va poi ripetuto sulla farina dal mugnaio, come ci ha specificato Enrico Tuzzi, che ha ripercorso, a sua volta, i costi di produzione del suo mulino.
Lucia Piani, che diligentemente ha tenuto nota dei dati e delle cifre esposte, ha tirato le somme e si è concluso che, nella logica di una filiera solidale, sommando i costi di produzione della granella (circa 0.50 euro/Kg) e della successiva lavorazione (0.70 euro/Kg), un prezzo equo per la farina sarebbe di 1,20 euro/Kg.
Feruccio Nilia, ha quindi evidenziato l’importanza di allargare la filiera ad altri attori (produttori, trasformatori, laboratori di certificazione, trasportatori e consumatori), per poter arrivare ad un prezzo finale (anche del pane) che sia accessibile a tutti.
Infine i partecipanti hanno compilato e firmato un impegno preliminare di partecipazione alla filiera solidale, che verrà stilato e sottoscritto entro il 31 dicembre 2014.
Tra foto e biscotti (rigorosamente confezionati con prodotti biologici e a Km zero), offerti dalle gentili ospiti e collaboratrici, l’incontro si è concluso tra brindisi, sorrisi e calorose strette di mano.

11 ottobre  2014 membri  del Forum Comune  si sono incontrati al Molino Tuzzi di Dolegna del Collio (Go)
11 ottobre 2014 membri del Forum si sono incontrati al Molino Tuzzi di Dolegna del Collio (Go)
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