Concluso a Trieste l’Incontro di Economia solidale INES 2015

Un breve resoconto di sintesi delle giornate di INES 2015 tratto dal comunicato stampa redatto dall’Ufficio stampa dell’Associazione Bioest che è stata uno dei principali promotori dell’incontro.

Gli Sconfinamenti che hanno dato il titolo all’annuale Incontro INES – ha aggiunto Ferruccio Nilia, promotore della Rete regionale di Economia Solidale – significa uscire dalla divisione tra teoria e pratica e riuscire a fare sistema tra tutti i soggetti che operano nel mondo delle buone pratiche e si battono per la difesa dell’ambiente e per i diritti delle generazioni future, finora incapaci di dialogare tra loro e di interagire. La crisi sistematica indotta dal mercato capitalistico attraverso la sua deriva peggiore rappresentata dalla finanziarizzazione dell’economia, dalla privatizzazione dei beni comuni e dei servizi e dalla liquidazione del welfare in qualche modo ha aiutato la rete a cercare delle vie di fuga. Si è cercato di uscire guardando non a una prospettiva di lungo termine ma al come avviare fin da oggi processi di transizione dell’economia e della società verso la sostenibilità ambientale ed equità sociale. Per questo abbiamo fatto precedere l’incontro nazionale allargato da una scuola, “I Dialoghi di San Giovanni”, rivolta ai promotori dell’economia solidale: quasi una convocazione degli stati generali del mondo dell’economia solidale per coniugare teoria e prassi e per individuare progetti concreti in grado di sostenere lo sviluppo dei distretti e delle filiere di economia solidale. Il mondo che si sviluppa dal basso, promosso direttamente dai cittadini ha dimostrato di saper superare la storica diffidenza nei confronti delle istituzioni pubbliche attraverso una proposta di legge regionale a sostegno dell’economia solidale fatta propria trasversalmente da alcuni consiglieri regionali e invitando a sedere ad un tavolo con le istituzioni i massimi esponenti politici regionali”. Una Proposta di legge regionale sulla “Promozione e sviluppo dell’Economia solidale del Friuli Venezia Giulia” elaborata dal Forum per i Beni comuni e l’Economia solidale del Friuli Venezia Giulia sta infatti per essere depositata. Il Friuli Venezia Giulia sarebbe la terza regione a disporre di una norma in materia dopo Trentino Alto Adige ed Emilia Romagna.

“La Regione – ha confermato la presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani – è molto attenta al tema dell’economia solidale e un disegno di legge in merito sarà oggetto di discussione in Consiglio regionale nei prossimi mesi. La nostra è un’attenzione che deriva dal fatto che esiste un movimento sempre più esteso al quale come istituzione non possiamo non prestare attenzione. Siamo qui a Bioest – ha concluso – anche perché si tratta di una bella iniziativa che merita di essere supportata dalle istituzioni”. Il sindaco di Treiste, Roberto Cosolini ha espresso apprezzamento per il tema scelto, “Sconfinamenti”. “Se c’è un luogo dove sconfinare ha sempre rappresentato un valore e mettere confini un disvalore, questo è il capoluogo giuliano, che è cresciuto e si è sviluppato come città aperta, luogo di incontro e di arrivo di comunità da tutto il mondo che hanno fatto grande la Trieste moderna”.

“Il mondo dell’economia solidale, dei movimenti e della società civile può e deve contaminare le istituzioni e dialogare con esse per far sì che l’impatto delle proposte che arrivano dal basso sia quanto più forte possibile” ha ribadito il moderatore dell’incontro “L’economia solidale incontra le Istituzioni”, Massimo Moretuzzo, sindaco di Mereto di Tomba. “Tante esperienze stanno uscendo, ci sono poli che si stanno attivando: assieme ad altri sindaci stiamo lavorando a un distretto di economia solidale del Medio Friuli che coinvolge 4 comuni e circa 15mila abitanti partendo da filiere legate al mondo agricolo. Stiamo studiando gli strumenti economici da utilizzare e i finanziamenti disponibili: in regione sono in vista i bandi sul piano di sviluppo rurale e stiamo ragionando su come sfruttare gli strumenti offerti alle reti di impresa, utilizzati quasi esclusivamente dall’economia tradizionale”.

Significativa anche la ricaduta economica e turistica dell’evento, che ha visto la presenza di oltre 500 persone. “Sono stati riempiti due alberghi e l’ostello scout – ha ripreso Cimolino – oltre che numerosi bed & breakfast. Inoltre, grazie a una campagna di ospitalità, una trentina di persone è stata sistemata in abitazioni private presso famiglie triestine”.Bioest

“L’economia da sola non può cambiare l’economia: è necessario collegare i cambiamenti con la costituzione di forme autonome di altra economia per arrivare alla trasformazione complessiva della società, lavorando anche sull’immaginario collettivo, sulle culture, sulle dipendenze dai consumi. Attraverso il dialogo e il confronto possiamo costruire insieme delle cassette degli attrezzi che permettano un intervento concreto nelle fasi di transizione che stiamo vivendo per contrastare gli effetti della crisi sistemica, non solo economico-finanziaria, ma anche ecologica che anche dopo l’Enciclica di Papa Francesco tutti hanno sempre più presente” ha concluso Davide Biolghini, referente dell’Area Ricerca e Formazione del Tavolo RES Rete di Economia Solidale tracciando un bilancio della scuola estiva per promotori e operatori dell’economia solidale “I Dialoghi di San Giovanni”.

L’“Incontro Nazionale di Economia Solidale” (INES) che da oltre 10 anni si svolge in una città diversa ha lo scopo prioritario di far incontrare il mondo dell’”equo e solidale” (gruppi di acquisto, imprese etiche, operatori commerciali, reti e distretti di economia solidale, enti pubblici e semplici cittadini) per confrontare esperienze, definire progetti e, molto concretamente, cercare di favorire la costituzione di distretti e filiere di economia solidale.

Nell’ambito della scuola di INES è stata sottolineata la necessità di una riforma dell’economia che anche la nuova Enciclica verde di Papa Francesco mette in luce.

Tra i momenti più attesi, l’affollata lectio magistralis del filosofo brasiliano Euclides Mance, esponente dei movimenti sudamericani per una diversa economia che si ispirano ai principi del “buen vivir” e di “pacha mama”. Euclides Mance“Il mondo sta vivendo una vera catastrofe ambientale. Per salvarsi, l’economia deve abbracciare un nuovo sistema che garantisca equilibrio sostenibilità sociale e ambientale, etica e democrazia: il modello dell’economia solidale, concetto che in Brasile coinvolge già 3 milioni persone e muove 67 miliardi di dollari. La rivoluzione si concretizzerà non appena le reti di economia solidale capiranno il loro potere economico. E in questo processo l’Europa può avere ruolo importante se avanza una strategia di economia solidale. A cominciare da una scelta: chi deve decidere della politica greca? Le banche o i cittadini?” La visione capitalista del mercato e la ricerca esasperata del profitto – ha detto Mance – sta colpendo 790 milioni persone: il 40% della popolazione mondiale vive con meno di due dollari al giorno. Questo sistema economico non può andare avanti: occorre una trasformazione in una nuova forma sociale che assicuri il “buen vivir” per tutti e l’accesso all’informazione, all’educazione e alla comunicazione. La logica dello sviluppo economico attuale è del tutto sbagliata in quanto non promuove la libertà, ma solo l’accumulo di capitale. Si sta formando una nuova classe sociale di lavoratori proprietari dei loro mezzi di produzione che ha diritto di decidere e di costruire una nuova economia, che ha accesso a internet e ai software liberi. Non è un processo storico che riguarda solo l’America Latina: è un processo globale non si può arrestare: movimenti ambientalisti, colturali, economia solidale, imprese autogestite, commercio equo, finanza etica. La rivoluzione delle reti di economia solidale si concretizzerà non appena queste capiranno il loro potere, soprattutto economico”.

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