Venerdì 28 giugno dalle 17.30 alle 19.30 in piazza San Giacomo a Udine banchetto per la raccolta delle firme.
Esiste una proposta di legge popolare, scritta dalla Commissione Rodotà nel 2007, presentata più volte ai diversi Governi negli scorsi anni e mai discussa in Parlamento. Si tratta della proposta di modifica dell’articolo 810 del Codice Civile che introdurrebbe la categoria di “BENI COMUNI” oltre alle due già presenti: beni pubblici e privati. Ora abbiamo la possibilità di dare il nostro contributo come cittadini: è partita a livello nazionale la raccolta firme, unico modo per obbligare il Parlamento alla discussione. Qui in Friuli-Venezia Giulia è possibile dare il proprio contributo recandosi nelle segreterie del proprio comune di appartenenza o fermandosi a uno dei banchetti che il Forum Beni Comuni terrà durante l’estate.
Ma andiamo con ordine: che cosa si intende per “beni comuni”? Si tratta di tutti quegli elementi che costituiscono il patrimonio naturale e culturale di un territorio e che al momento sono gestiti da enti pubblici o da proprietari privati. La proposta di legge ne cita alcuni come esempio e specifica che la lista non è esaustiva: “i fiumi, i torrenti e le loro sorgenti; i laghi e le altre acque; l’aria; i parchi come definiti dalla legge, le foreste e le zone boschive; le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni; i lidi e i tratti di costa dichiarati riserva ambientale; la fauna selvatica e la flora tutelata; i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate”.
Al momento esiste un ampio margine di possibilità che tutti questi elementi siano di fatto privatizzati, cosa che si è ampiamente verificata negli ultimi decenni e, anche se il referendum del 2011 a sostegno dell’acqua pubblica ha fortemente sensibilizzato la popolazione su questo tema, la direzione che sta seguendo il nostro Paese è un’altra. Attualmente, infatti, ciò che più si avvicina all’idea di tutela di un bene pubblico in Italia è il demanio, ma basti pensare a ciò che succede alle nostre spiagge per capire che, di fatto, qualcosa non torna.
I beni pubblici non sono necessariamente naturali o paesaggistici: si parla anche di infrastrutture e di attività a sostegno dello sviluppo personale come le scuole o l’assistenza agli anziani. Possono rientrare in questo ambito anche le opere d’arte ed è efficace l’esempio riportato dal giurista Ugo Mattei, impegnato da tempo a sostegno del presente disegno di legge: se un privato possiede un quadro di Caravaggio può attualmente decidere di farsi cremare assieme alla tela.
Il punto fondamentale è che noi cittadini dovremmo avere il diritto di usufruire dei beni che ci appartengono per diritto di nascita: natura, paesaggio, infrastrutture e beni culturali ci garantiscono una qualità di vita migliore e ci regalano soprattutto la possibilità e quindi la libertà di migliorarci. Sono funzionali alla nostra esistenza e a quella delle generazioni future e vanno tutelati non solo dal deterioramento, ma anche dalle crude leggi di mercato. I beni comuni sono una ricchezza che non si può misurare: la proposta di legge popolare che il Forum sostiene metterebbe un punto fermo per il rifiorire di una società più consapevole.
Vi aspettiamo Venerdì 28 giugno dalle 17.30 alle 19.30 per la raccolta delle firme in Piazza San Giacomo a Udine.