Nella seduta del primo Ottobre 2019, il Consiglio Regionale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, all’unanimità ha approvato la mozione n°88 “La Regione si impegni nella difesa dei beni comuni”, del Patto dell’Autonomia per la difesa dei beni comuni.
Si osserva che l’Assessore al patrimonio, demanio, servizi generali e sistemi informativi, Callari, abbia posto come vincolo per l’approvazione la richiesta di eliminare dalla mozione l’impegno della Giunta a sostenere il Comitato Rodotà, che si sta impegnando per portare in Parlamento una legge di iniziativa popolare per la difesa dei Beni Comuni, comunque in tutte le premesse della mozione rimane.
Di seguito viene riportato il testo della Mozione n°88 “La Regione si impegni nella difesa dei beni comuni”,
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,
VISTI gli articoli 2, 3, 4 della Costituzione, che definiscono la finalità di solidarietà sociale e
intergenerazionale su cui si fonda il nostro ordinamento;
VISTI gli articoli 41 e 42 della Costituzione, che prevedono che l’iniziativa economica pubblica e
privata possa essere indirizzata a scopi sociali e che il legislatore assicuri la funzione sociale e l’accessibilità collettiva della proprietà privata;
RITENUTO che vi siano dei beni comuni essenziali per la collettività che per la loro natura ecologica culturale o sociale appartengono a tutti, senza che i singoli possano appropriarsene, e la cui degradazione causa un danno a tutti i cittadini, presenti e futuri;
RITENUTO che tra i beni comuni a titolarità diffusa rientrino le risorse naturali, come i fiumi, i torrenti, i laghi, e le altre acque, l’aria, i parchi, le foreste e le zone boschive, le zone montane di alta quota, i ghiacciai e le nevi perenni, i tratti di costa dichiarati riserva ambientale, la fauna selvatica e la flora tutelata, i beni archeologici, culturali, ambientali e le altre zone paesaggistiche tutelate;
CONSIDERATO che tali beni esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali nonché al libero sviluppo della persona, e devono per questo essere ispirati al principio della salvaguardia intergenerazionale;
PRESO ATTO che intorno alla gestione dei beni comuni sono nate nuove pratiche di cura dal basso di beni e interessi collettivi, cosicché la tutela dei primi offre un sostegno a queste nuove forme di attivismo civico e sussidiario, rinnovando il principio democratico e perseguendo maggiori livelli di
coesione sociale e un più forte legame tra cittadini e amministrazione;
CONSIDERATA essenziale la predisposizione di strumenti di tutela di questi beni, a fronte della loro scarsità e rischio di depauperamento, passando attraverso lo scardinamento del paradigma proprietario imposto dal Codice civile e l’adozione di nuove garanzie giuridiche per la collettività titolare del diritto alla loro fruizione;
PRESO ATTO che la popolazione italiana e regionale nel recente passato si è dimostrata largamente sensibile al tema dei beni comuni, quando nel giugno 2011 ha approvato i due referendum abrogativi proposti dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua contro la privatizzazione dell’acqua;
CONSIDERATO che il 21 giugno 2007, con decreto del Ministro della Giustizia, fu istituita la Commissione sui beni pubblici, presieduta da Stefano Rodotà, al fine di elaborare uno schema di legge delega per la modifica delle norme del Codice civile in materia di beni pubblici;
PRESO ATTO che la proposta elaborata da tale Commissione, sottoposta alle Camere con il Disegno
di legge n. 2031 del 24 febbraio 2010, in seguito anche a iniziativa unanime del Consiglio Regionale del Piemonte, non ha ad oggi avuto seguito nei lavori parlamentari;
VISTA la recente costituzione del Comitato popolare di Difesa Beni Comuni, Sociali e Sovrani “Stefano Rodotà” che, onorando l’eredità dell’illustre giurista, ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema dei beni comuni, attraverso la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che riproponga in Parlamento la proposta legislativa elaborata dalla Commissione sui beni pubblici con l’obiettivo di un milione di sottoscrizioni, e l’istituzione della prima società di mutuo soccorso intergenerazionale ad azionariato popolare (Delfino) per la loro gestione;
CONSIDERATO che la legge di iniziativa popolare Disegno legge delega Commissione Rodotà beni comuni, sociali e sovrani propone una modifica dell’assetto della disciplina dei beni del Codice civile, collegandone la classificazione alle utilità prodotte dagli stessi, ed introducendo quindi le categorie dei beni comuni e beni pubblici (suddivisi in beni ad appartenenza pubblica necessaria, beni pubblici sociali e beni pubblici fruttiferi), che vanno ad aggiungersi ai beni privati;
RILEVATO che la legge di iniziativa popolare definisce un quadro generale di tutele giuridiche per i beni comuni, garantendone la fruizione collettiva da parte di tutta la comunità dei cittadini (salva la necessità della loro preservazione per le generazioni future), limitando la possibilità di concessione a privati, possibile solo per durata limitata e senza possibilità di proroghe, attribuendo la possibilità di azione in tutela risarcitoria e restitutoria allo Stato come rappresentante della comunità intera, e inibitoria per qualunque cittadino come titolare del diritto soggettivo alla fruizione dei beni stessi;
RICORDATO come, in un quadro economico come quello attuale in cui le casse pubbliche sono in sofferenza, il richiamo alla smobilitazione di beni pubblici verso i privati sia forte, mentre invece le utilità derivanti dai beni comuni dovrebbero essere gestite dalle comunità territoriali collettivamente ed a loro favore;
Tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale
1) ad adottare la tutela dei beni comuni come uno dei princìpi ispiratori generali di tutte le politiche pubbliche regionali, favorendo la loro gestione pubblica e fruizione collettiva, con il coinvolgimento diretto delle comunità nella gestione di beni e utilità.
LAVORI PREPARATORI
Mozione n. 88
- d’iniziativa dei consiglieri Moretuzzo, Bidoli;
- presentata alla Presidenza il giorno 08/05/2019;
- esaminata e approvata dal Consiglio regionale nella seduta n. 97 del 01/10/2019 con modifica orale proposta dall’assessore Callari e con l’aggiunta di firma del consigliere
Gabrovec.