Collana Not
Saggio
Nero Edition
24 Gennaio 2018
154
«Non facciamola lunga: questo libro di Fisher, di facilissima lettura, è semplicemente la miglior diagnosi della situazione in cui ci troviamo. Attraverso esempi presi dalla vita quotidiana e dalla cultura pop, ma senza per questo sacrificare l’intransigenza teoretica, ci restituisce un ritratto spietato della nostra miseria ideologia.»
Slavoj Žižek
«Vibrante, accessibile, stimolante, un’assoluta gioia da leggere […] Nessun altro autore contemporaneo è riuscito a catturare in maniera tanto vivida la confusa assenza di alternative politiche e sociali nell’era del capitalismo globale.»
Los Angeles Review of Books
«Mark Fisher è il John Berger della generazione post-rave.»
Simon Reynolds
Un celebre adagio (di volta in volta attribuito a Slavoj Žižek o a Fredric Jameson) recita che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Lo slogan There Is No Alternative tanto caro a Margaret Thatcher è stato infine adottato anche dalla sinistra liberale, e nemmeno la crisi del 2008 è riuscita a scalfire la generalizzata convinzione che, fuori dal capitalismo, sia impossibile ipotizzare strade altre. Ma qual è l’effetto di questo «realismo capitalista» sul nostro immaginario? E qual è il suo ruolo nel diffuso sentimento di rassegnazione e infelicità che permea le nostre vite?
In questo breve ma fondamentale testo che ha avuto un impatto enorme sugli ambienti culturali in primo luogo anglofoni, il critico e teorico Mark Fisher ragiona su come il realismo capitalista abbia occupato ogni area della nostra esperienza quotidiana, e si interroga su come sia possibile combatterlo. E lo fa attraverso esempi presi non solo dalla politica, ma anche dai film e dalla narrativa di fantascienza, dalla musica pop e dalla televisione.
Con Realismo capitalista, Fisher ha firmato una delle più penetranti, illuminanti e dolorose analisi del mondo in cui viviamo. Ma Realismo capitalista è anche un testo che apre all’idea di possibilità, e che ribadisce che un’alternativa c’è. Leggerlo, per dirla con lo scrittore e poeta Alex Niven, è come «tornare a respirare dopo tanto, troppo tempo trascorso sott’acqua».