di Paolo Cacciari
Mereto di Tomba, meno di tremila abitanti a una ventina di chilometri da Udine, è uno dei tanti piccoli comuni a vocazione rurale alle prese con la crisi dell’economia locale e con la crescita della povertà. L’amministrazione del sindaco Massimo Moretuzzo ha deciso di non aspettare più l’arrivo di risposte dai piani alti di Regione e governo (nuova indennità disoccupazione, nuova carta acquisti, reddito minimo o altro) e di cominciare a fare qualcosa da sé per cambiare economia e welfare. Due i progetti avviati e messi a bilancio: la creazione di una filiera intercomunale di aziende per la coltivazione e la trasformazione dei cereali (leggi anche Farina nel nostro sacco); un sostegno economico alle famiglie attraverso la distribuzione di buoni spendibili nella rete dei piccoli negozi di prossimità.
Pan e farine dal Friûl di mieç (Pane e farina del Friuli di mezzo) è un progetto che coinvolge quindici aziende agricole con quaranta ettari disponibili in quattro comuni contermini (oltre a Mereto: Basiliano, Sedegliano e Flaibano), alcuni mulini, un essicatoio e alcuni panificatori. Attraverso i regolamenti di polizia rurale e altri strumenti amministrativi i comuni facilitano il processo di costituzione della rete di imprese che sarà un soggetto giuridico autonomo. Secondo i calcoli del piano di fattibilità gli agricoltori riusciranno a realizzare un prezzo dei cereali tre volte migliore di quello di mercato e i cittadini consumatori a parità di prezzo avranno una qualità del pane enormemente superiore.
Se funzionerà, l’idea è di replicare il progetto con altre filiere dell’ortofrutta, dell’allevamento, del caseario. I Buoni spesa (voucher da 10 euro) per l’acquisto di prodotti di prima necessità (alimentari, vestiari e farmaceutici) spendibili presso i piccoli negozi convenzionati saranno distribuiti alle famiglie che ne fanno richiesta proporzionalmente al loro indice Isee (sistema ministeriale che serve ad individuare i redditi famigliari). Più l’indice è basso (ad esempio 10 mila euro) più numerosi saranno i buoni spesa (massimo 25) fino all’esaurimento del budget comunale annuale (30.000 euro). Una scelta politica che tiene assieme il contrasto alla povertà (che qui colpisce soprattutto anziani) al mantenimento di una vitalità minima delle frazioni del paese che, in prima istanza è garantita proprio dai negozi di prossimità. Per ora hanno risposto al bando comunale settanta nuclei familiari e dieci negozi.
L’idea strategica che sta sotto i progetti di Mereto è la creazione di un distretto di economia solidale inteso come patto territoriale tra produttori, abitanti e cittadini consumatori di un’area sufficientemente vasta per riuscire a soddisfare le esigenze fondamentali delle famiglie limitando il ricorso a importazioni e il bisogno di scambi monetari. Ci stanno lavorando da anni al Forum dei beni comuni ed è pronta anche una proposta di legge regionale. (Attualmente, diventata la Legge Regionale 4/2017 “Norme per la valorizzazione e la promozione dell’economia solidale” n.d.r)