Di seguito due comunicati stampa, che illustrano la posizione di Coldiretti per quanto riguarda il CETA.
L’accordo Ceta è un regalo alle lobby industriali ( 31/05/2017)
L’accordo CETA è un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare che colpisce il vero Made in Italy e favorisce la delocalizzazione, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza e delle ricadute sanitarie e ambientali.
E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento all’incontro tra premier Paolo Gentiloni e il Primo Ministro canadese Justin Trudeau sul Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), firmato tra l’Unione europea e il Canada nell’ottobre 2016 che nelle prossime settimane sara’ all’esame anche del Parlamento italiano.
Nei trattati – precisa Moncalvo – va riservata all’agroalimentare una specificità che tuteli la distintività della produzione e possa garantire la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e della libertà di scelta dei consumatori.
Il Ceta uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale i dazi per l’importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia perché accusato di essere cancerogeno. Oltre la metà del grano importato dall’Italia arriva proprio dal Canada dove le lobby in vista dell’accordo CETA sono già al lavoro contro l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per la pasta previsto per decreto e trasmesso all’Unione Europea, trovando purtroppo terreno fertile anche in Italia.
Contemporaneamente le “volgarizzazioni” legate ai nomi dei prodotti tipici dell’italian sounding coesisteranno in Canada con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti. Solo per fare un esempio si potranno utilizzare il termine Parmesan, ma anche produrre e vendere Gorgonzola, Asiago e Fontina, mantenendo una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità.
Va infine richiamato che il sistema di cooperazione regolatoria potrebbe portare Governi e imprese a sindacare direttamente in ambito arbitrale qualsiasi misura che leda la “libera concorrenza”. Un sistema, quest’ultimo, che investe anche il tema degli Ogm con ripercussioni inevitabili sul “principio di precauzione”.
UE: Coldiretti, da Ceta ok a asiago e gorgonzola made in Canada (15/02/2017)
I produttori canadesi potranno continuare ad utilizzare il termine Parmesan ma anche produrre e vendere, come già fanno, Gorgonzola, Asiago, Fontina dove dovrà essere aggiunta l’indicazione Made in Canada, ma finalmente entrerà sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop fino ad ora precluso, in coesistenza però con quello dell’azienda privata (canadese) che ne ha registrato il marchio. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreementr) con il Canada sulle produzioni alimentari ad indicazione geografica Made in Italy. Nel dettaglio riceveranno protezione nel Paese dell’acero un elenco con 171 prodotti ad indicazione geografica dell’Unione Europea tra cui figurano 41 nomi italiani rispetto alle 289 denominazioni Made in Italy registrate. Tale accordo prevede ad esempio che – continua la Coldiretti – il Prosciutto di Parma, il Prosciutto San Daniele, il Prosciutto Toscano e il Prosciutto di Modena potranno entrare nel mercato canadese con il loro nome ma dovranno coesistere con i marchi canadesi registrati. In altre parole sul mercato del paese nordamericano – precisa la Coldiretti – ci saranno i prosciutti di Parma e San Daniele Made in Canada insieme a quelli italiani mentre fino ad ora il prosciutto di Parma italiano poteva essere esportato solo con il nome di “Prosciutto originale”. Gorgonzola, Asiago e Fontina sono considerati generici dall’accordo e i canadesi potranno continuare a produrli e venderli con tale denominazione che sarà però accompagnata dall’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta (esempio Asiago Made in Canada), senza però possibili evocazioni (quali bandiere o immagini di posti notoriamente riconosciuti). Nel caso di eventuali nuovi prodotti canadesi di imitazione, questi dovranno essere accompagnati dalle espressioni “tipo; stile o imitazione” (esempio “stile squacquerone di Romagna). Non c’è dubbio che per le indicazioni geografiche – sostiene la Coldiretti – sia di fatto mantenuta e ratificata una situazione di ambiguità che rende difficile ai consumatori distinguere il prodotto originale ottenuto nel rispetto di un preciso disciplinare di produzione dall’imitazione di bassa qualità. Ma è anche vero che l’accordo – precisa la Coldiretti – interviene su una situazione fortemente compromessa in cui almeno il 90% per cento dei formaggi di tipo italiano consumati in Canada sono in realtà di produzione locale, dal pecorino friulano al Romano cheese, dal Romanello al Crotonese, dalla Fontina alla scamorza fino al Parmesan. La situazione è anche peggiore per i salumi ed in questo senso la storia del prosciutto di Parma Dop, è esemplare. La denominazione da diversi decenni è stata usurpata dalla società Maple Leaf Foods, la più grande industria alimentare canadese, che ha registrato il marchio “Parma” e quindi può regolarmente commercializzarlo. La conseguenza – conclude la Coldiretti – è che il vero prosciutto di Parma Dop non può essere al momento venduto in Canada ma per essere comunque presente su quell’importante mercato, il prodotto italiano viene commercializzato con il nome “Prosciutto originale”, e sugli scaffali dei negozi si trova acconto al “Parma” canadese, senza poter portare il suo vero nome.
EFFETTI ACCORDO CETA SU DENOMINAZIONI ITALIANE IN SINTESI
1) Il Canada continuera’ a produrre e vendere sul proprio mercato Parmesan
2) Il Canada continuerà a produrre e vendere Gorgonzola, Asiago, Fontina ma dovrà aggiungere l’indicazione Made in Canada
3) Il Canada potrà iniziare a produrre e vendere prodotti non presenti prima com e ad esempio lo “squacquerone di Romagna” ma dovrà aggiungere il termine style o imitazione
4) Potrà entrare sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop (fino ad ora precluso) in coesistenza però con il Prosciutto di Parma canadese
Fonte. Elaborazioni Coldiretti
Fonte: http://www.coldiretti.it/