33050 Zugliano UD
Italia
Incontro con don Marcello Cozzi,
già vicepresidente di
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Introducono
Pierluigi Di Piazza, fondatore del Centro Balducci
Francesco Cautero, responsabile di Libera Udine
Don Marcello Cozzi, già vicepresidente di Libera (associazione, per la quale ora coordina il Servizio nazionale antiracket e antiusura e di accompagnamento ai testimoni di giustizia), è impegnato da decenni sul versante del disagio sociale, nell’educazione alla legalità e nel contrasto alle mafie. Ci parlerà dei suoi incontri con i pentiti di mafia – uno fra tutti Gaspare Spatuzza, l’uomo d’onore che ha dato il massimo impulso alle indagini sulla trattativa Stato-mafia – che restituiscono squarci di grande storia italiana criminale, insieme alla testimonianza personale.
«Questo ex boss, costretto ora a vivere come se non esistesse, l’ho guardato in faccia, l’ho chiamato per nome, l’ho incontrato nei luoghi più impensabili e ci ho camminato accanto. Ho incrociato il suo sguardo mentre mi raccontava di guerre e di morti ammazzati».
Tormenti di vite in fuga. In queste pagine parlano pentiti eccellenti di mafia, un tempo protagonisti di stragi efferate, estorsioni, traffico di armi, droga e rifiuti tossici. Sei collaboratori di giustizia – uno fra tutti Gaspare Spatuzza, l’uomo d’onore che ha dato il massimo impulso alle indagini sulla trattativa Stato-mafia – che restituiscono squarci di grande storia italiana criminale, insieme alla testimonianza personale.
E mentre la loro narrazione ambisce a farsi anche rinascita spirituale, la voce ricorda: dalla giovanile attrazione irresistibile per il potere fino all’attuale paura di vendetta, per aver rotto uno scellerato patto di sangue con le più spietate cosche di Cosa nostra e ’ndrangheta.
Uomini e donne sui cui volti don Cozzi riconosce i tratti di Caino e che incontra in carceri di massima sicurezza o in località segrete, nascosti da nuove identità. Ma senza alcuna promessa di perdono a buon mercato, nella convinzione che la misericordia si incroci necessariamente con la restituzione di giustizia ad Abele per il male sofferto. E nella certezza che il bene più prezioso da confiscare alle mafie siano i loro stessi affiliati.