Verbale dell’Assemblea del Forum mercoledì 15 giugno 2016

Presenti 25 persone. Molti assenti giustificati per varie ragioni.

Presiede Lucia Piani che propone il seguente ordine del giorno:

  1. proposta di avvio della fase costituente di una struttura regionale di servizio alla formazione di distretti e filiere, così come descritte nella proposta di legge regionale a sostegno dell’economia solidale (PDLR.EC);
  2. esame della ridefinizione dell’articolato del PDLR.ES, gia presentato in Consiglio regionale.

L’intera serata è stata dedicata all’esame del primo punto all’odg. Dopo un’impegnativa discussione, l’Assemblea ha convenuto su quanto segue.

a) Motivazioni che hanno portato alla proposta di andare verso la costituzione di questa struttura. Il Forum, come rete orizzontale, senza personalità giuridica, di persone (quasi 470 nella mailinlist) e associazioni (39), in quasi 4 anni di attività ha svolto numerose attività e iniziative, fra le quali si ricordano come particolarmente significative: 3 corsi di formazione per promotori di ES; la PDLR.ES; l’organizzazione di INES 2015, l’avvio di alcuni patti di filiera. Nonostante questo grande lavoro, abbiamo notato che nel tempo la partecipazione attiva delle centinaia di persone coinvolte è andata affievolendosi, salvo un troppo ristretto gruppo di “promotori” di economia solidale. Ci siamo quindi resi conto che per passare dalla teoria alla parassi, cioè realizzare il progetto di costituzione dei distretti e delle filiere di economia solidale il solo contributo dell’impegno volontario delle persone non era sufficiente ad offrire servizi continuativi di consulenza qualificata. Avevamo e abbiamo, in sostanza, la necessità di dotarci di una nostra Istituzione, di una “quasi impresa” in grado di tenere insieme l’imprescindibile lavoro dei volontari e quello di persone che, per competenze specifiche, anche di carattere routinario,devono poter essere remunerate.

b) Il rapporto fra Forum e la quasi-impresa. La storia delle dianamiche istituzionali ci insegna che molte volte la struttura madre (nel nostro caso il Forum) nel momento in cui genera, si dota di un figlio-ente strumentale professionalizzato, quest’ultimo tende ad autonomizzarsi, a sottrarsi al controllo della struttura madre. Noi riteniamo che il Forum, come rete informale e sempre aperta di cittadini e associazioni, debba restare l’organo “politico” che decide le linee strategiche del movimento, che controlla affinché il suo ente strumentale resti e rispetti i temini del mandato. Per fare questo esistono delle soluzioni tecnico-giuridiche del tipo “golden share” o altro. Questa diversità di ruoli è analoga al rapporto che deve intercorrere, nel progetto contenuto nella PDLR.ES, fra Comunità distrettuale (fatta da cittadini che curano il bene comune) e filiere produttive (realizzate da produttori, consumatori e altri soggetti che stipulano i patti di filiera) [1].

c) Come arrivare alla costituzione della quasi impresa. Per dare coerente attuazione a quanto sopra descritto 22 dei 25 presenti hanno espresso la loro volontà di partecipare alla fase costitente, dando mandato ad una commissione di garanti di elaborare una proposta di Statuto che definisca: la forma giuridica, i principi, le finalità, gli organi ed i rapporti con il Forum, ecc. Tale bozza, elaborata in tempi brevi, sarà poi sottoposta alla valutazione di una prossima assemblea. Tenuto conto, in primo luogo della rappresentanza territoriale, sono stati proposti come garanti i seguenti nomi: Maddalena Franz (GO), Ferruccio Nilia (PN), Luca Nazzi (Tolmezzo), Tiziana Cimolino (TS), Lucia Piani (UD). La commissione, nel corso del lavoro di elaborazione del documento, terrà costantemente informati gli iscritti alla fase costituente, anche attraverso incontri diretti.

Per concludere. Per garantire la massima partecipazione e, dovendo passare attraverso una fase di sperimentazione, sembra opportuno orientarsi verso una forma giuridica “leggera”, come ad esempio l’Associazione di promozione sociale, che comunque permette di accedere anche ai contributi pubblici e affidare compiti remunerati. Giova infine ribadire che l’asse portante dei soci deve essere costituito dai promotori di distretti e filiere che donano volontariamente la loro attività, con l’unico vincolo morale di essere costantemente informati e di portare a termine gli impegni che decideranno di assumersi con continuità e diligenza. Oltre alle specifiche capacità tecnico-professionali, abbiamo soprattutto bisogno di persone capaci di tessere vere relazioni umane fra cittadini, oggi in larga parte eterodiretti, dipendenti dal mercato.

Al termine dell’incontro, hanno dato la loro adesione 22 dei 25 presenti.


[1] All’art. 2 della PDLR.es così vengono definite la Comunità ditrettuale e le filiere:
  1. a) Comunità distrettuale di economia solidale (DES o CoDES?): insieme di cittadini, residenti in un determinato territorio, per i quali la rete dei reciproci legami sociali e delle attività volte a soddisfare il ben vivere dei suoi membri, si fonda sui principi della solidarietà, della reciprocità, del dono, del rispetto dell’ambiente. Questo insieme di principi stanno alla base di un nuovo patto sociale nel quale:
– il ben vivere insieme è il fine, che si realizza  attraverso forme sempre più avanzate di democrazia partecipativa;
– l’economia solidale è il mezzo per assicurare la sussistenza della Comunità, che si realizza riterritorializzando le attività produttive, riducendo per quanto possibile la dipendenza da materie, energia, prodotti e servizi provenienti da altri territori;
– i principi della solidarietà, del dono e del rispetto per l’ambiente si applicano anche nel rapporto con le altre Comunità locali e sovralocali.
  1. b) Filiera di economia solidale: sistema integrato di attività in grado di soddisfare una data categoria di bisogni e che privilegia il massimo utilizzo delle risorse locali, il risparmio di materia ed energia, il rispetto dell’ambiente e del paesaggio,  la tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori,  la salute e la partecipazione attiva dei cittadini.
Le filiere dell’economia solidale, in quanto volte a soddisfare prioritariamente la sussistenza di una comunità, organizzano la razionale convergenza di un insieme di buone pratiche, come definite nell’allegato A della presente legge.
Concorrono alla costituzione delle filiere:
  1. le pratiche di autoproduzione e consumo;
  2. le pratiche di produzione e scambio di vicinato, basati sui principi del volontariato, della solidarietà, del dono e senza l’intermediazione del denaro o di altre forme di contabilizzazione del valore dei beni e servizi offerti o scambiati;
  3. le attività di produzione, trasformazione e consumo di beni e servizi, dove tutti gli soggetti della filiera fra loro si accordano attraverso specifici patti.
  4. Le filiere dell’economia solidale, in quanto finalizzate a soddisfare i bisogni essenziali di una comunità secondo una logica sistemica, vanno distinte dai settori merceologici dell’economia di mercato e sono prioritariamente le seguenti:
1) filiera dell’alimentazione;
2) filiera dell’abitare;
3) filiera del vestire;
4) filiera dei servizi di comunità;

 

Share