L’Albero Capovolto. Le Opere e i Giorni in una Fattoria Sociale

L'Albero Capovolto. Le Opere e i Giorni in una Fattoria Sociale Book Cover L'Albero Capovolto. Le Opere e i Giorni in una Fattoria Sociale
Camera con vista
Stefano Montello
Bottega Errante Edizioni
Febbraio 2016
13x20
144
http://bee.bottegaerrante.it/main/scheda/59

Il racconto di un’esperienza vissuta dall’autore che, all’interno di una fattoria sociale, da molti anni vive a contatto con l’umanità misteriosa e spiazzante degli utenti che la abitano. Un saggio/romanzo sulla terra, sull’esperienza di lavoro di un contadino, sulla psichiatria e il rapporto tra normalità e anormalità; un racconto fatto di rabbia e poesia che incrocia le parole e le idee di Federico Tavan, Franco Basaglia, Pierluigi Cappello e Henry David Thoreau. L’albero capovolto ci conduce a conoscere “i suoi ragazzi”, autentici nei caratteri, nelle manie, nelle nefandezze come nei gesti di grande generosità; ci porta a comprendere le ragioni della coltivazione di un giardino del dissenso e a riflettere su quale contributo può dare una fattoria per l’affermazione di un’economia che tenti di limare, se non di annullare, le diseguaglianze.

“L’agricoltura sociale ha bisogno di pensieri complessi e di sentieri inesplorati. Gettare un seme è facile, averne cura costa certo fatica,
ma poi arriva sempre il momento della raccolta. Che darà nuovo seme.
È duro ma non difficile fare i contadini, l’investimento sta sotto i tuoi piedi, lo calpesti ed è gratuito. Con opzione di rinnovo per l’anno successivo. Seminerai e raccoglierai. Tu devi solo metterci la manodopera, l’investimento è sotto i tuoi piedi. Possono non servire pensieri complessi e sentieri inesplorati. Ma fare agricoltura sociale è un’altra faccenda
e non basta la routine di un mestiere fatto pur a regola d’arte.
 Serve saper fare i cartografi.”

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