L’appello dei sindaci e dei Comitati alla Regione, affinché sospenda la proposta di legge sulla gestione delle risorse idriche
In questo inizio di 2016 la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha deciso di riformare i servizi integrati di gestione di acqua e rifiuti con la proposta di legge n 135 “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”
Fermare la discussione e l’approvazione della proposta di legge regionale 135 in materia di “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, prima che sia troppo tardi; questo chiedono i comitati le associazioni ambientaliste, è un gruppo di Comuni che hanno sottoscritto un appello alla Regione. Qui di seguito le ragioni per cui la proposta di legge deve essere bloccata e l’appello dei sindaci.
Per i comitati e le associazioni a difesa dell’acqua fin da prima, ma soprattutto dopo referendum del 2011 hanno presentato a livello nazionale e a livello regionale le proprie proposte per una legislazione sull’acqua che risponda ai principi sanciti dall’esito referendario: gestione pubblica e al di fuori dalle regole del mercato e della concorrenza.
In particolare a livello regionale già nel dicembre 2011 è stata consegnata all’allora Presidente del Consiglio regionale la petizione per l’acqua pubblica sottoscritta da oltre 5.000 firme. In quella petizione si indicavano le nostre proposte di linee guida per la salvaguardia e per una gestione dell’acqua pubblica, partecipata e sostenibile.
Tutte proposte ignorate.
I problemi attuali legati alla salvaguardia e alla gestione dell’acqua nella nostra Regione sono noti e rilevanti. L’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento delle acque superficiali e sotterranee, la carenza di conoscenze in merito alla consistenza e allo stato delle riserve idriche sotterranee, la carenza di conoscenze, innovazione e investimenti per l’ammodernamento del ciclo idrico integrato, solo per citarne alcuni, fino alle sanzioni dell’Unione Europea sulle carenze nel sistema di depurazione, che potrebbe costarci oltre 60 Mld di euro se non si interviene con urgenza e con risoluzione.
Molte delle nostre proposte avanzate anni fa sono tuttora valide per affrontare questi problemi e sono state presentate negli incontri che hanno avuto con le istituzioni.
I comitati e le associazioni ambientaliste sostengono e chiedono che si debba partire da una legge quadro sull’acqua:
– che recepisca le indicazioni del piano di tutela delle acque (non ancora concluso);
– che preveda la realizzazione di bilanci idrici per ogni tratto di bacino idrografico e che preveda l’assunzione delle conoscenze che ancora mancano oggi sulle nostre risorse idriche e sul loro stato, soprattutto quelle sotterranee e sul Ciclo Integrato Idrico
– che la legge preveda che l’acqua debba restare pubblica.
APPELLO PER L’ACQUA DEI SINDACI
I sottoscritti Sindaci e Amministratori locali, consapevoli della straordinaria importanza che il tema della gestione del servizio idrico riveste per le nostre Comunità e per l’intero territorio regionale, ma anche dei profondi significati sociali, culturali e simbolici dell’acqua, manifestano in modo forte la loro preoccupazione per i contenuti della proposta di Legge regionale nr. 135 “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, di prossima discussione in sede di Consiglio regionale.
In occasione del Referendum del 2011 c’è stata una manifestazione inequivocabile della volontà dei cittadini rispetto alla gestione dell’acqua, che deve essere considerata un bene comune, afferente alla sfera dei diritti umani e non governabile attraverso le regole del profitto.
Gli strumenti che permettono di tradurre questi principi in politiche di governo non possono che essere degli strumenti indissolubilmente legati a pratiche di democrazia locale, di sussidiarietà e di forte partecipazione e coinvolgimento dei territori e delle istituzioni locali.
E’ evidente che le linee che da diversi anni stanno guidando la regolamentazione normativa dei vari governi nazionali tendono ad altri obiettivi, primo fra tutti quello dell’aggregazione fra i soggetti gestori, non solo su scala provinciale o regionale, ma ad un livello sovra-regionale.
Eventuali dubbi in questo senso sono stati cancellati da vari provvedimenti recenti, a partire dallo “Sblocca Italia” , in particolare nelle modifiche al Testo unico ambientale (D.lgs. 152/2006), per arrivare alla Legge di stabilità nella parte relativa alla “Razionalizzazione delle società partecipate locali” (art. 43).
A fronte di questo scenario siamo fermamente convinti che la Regione Friuli – Venezia Giulia debba intraprendere una strada diversa, attraverso un riassetto normativo che permetta di razionalizzare e rendere ancora più efficace ed efficiente la gestione del servizio idrico, ma senza espropriare le Comunità locali del proprio diritto a gestire il bene Acqua ed evitando una deriva accentratrice e a forte rischio di tecnocrazia.
L’attuale Statuto di autonomia della Regione F – VG permette di imboccare una strada diversa, legiferando in maniera simile a quanto è stato fatto in altre Regioni a Statuto speciale, in particolare nella Provincia autonoma di Trento.
Questo è tanto più vero in un momento in cui le modifiche della Costituzione in corso ci offrono una importante occasione per rafforzare la nostra specialità e rivendicare le competenze, anche nuove, decisive per il governo del nostro territorio.
Fra queste la gestione dell’acqua e dei beni comuni è forse una delle più importanti.
Per questo, in qualità di rappresentanti delle nostre Comunità, chiediamo al Consiglio regionale di rivedere la norma in discussione – consapevoli che la modifica della governance non influisce immediatamente sull’unico tema veramente urgente rappresentato dalle sanzioni della UE per la mancata depurazione delle acque – e sospendendone quindi l’approvazione in aula, per poi utilizzare gli spazi previsti dalle attuali e dalle prossime auspicabili revisioni statutarie per fare dell’acqua un terreno sul quale sperimentare la nostra capacità di essere speciali.
PRIMI FIRMATARI – SINDACI
- Anzil Mario – Sindaco di Rivignano-Teor
- Anziutti Lino – Sindaco di Forni di Sopra
- Battistutta Mario – Sindaco di Bertiolo
- Benedetti Michele – Sindaco di Ampezzo
- Bernardis Diego – Sindaco di Dolegna del Collio
- Bidoli Giampaolo – Sindaco di Tramonti di Sotto
- Boschetti Luca – Sindaco di Cercivento
- Bossi Giovanni Battista – Sindaco di Bicinicco
- Clarotto Lavinia – Sindaco di Casarsa della Delizia
- D’Angelo Cristina – Sindaco di Rive D’Arcano
- Del Bianco Francesco – Sindaco di San Martino al Tagliamento
- Della Toffola Mario – Sindaco di Polcenigo
- De Nicolò Andrea – Sindaco di Precenicco
- Fasan Roberto – Sindaco di Torviscosa
- Festa Roberto – Sindaco di Aiello del Friuli
- Filaferro Giorgio – Sindaco di Moggio Udinese
- Formentin Devis – Sindaco di Marano Lagunare
- Gava Andrea – Sindaco di Caneva
- Gerometta Piero – Sindaco di Vito D’Asio
- Gomboso Geremia – Sindaco di Lestizza
- Gorza Roberto – Sindaco di Castions di Strada
- Lenna Marco – Sindaco di Forni di Sotto
- Leon Michele – Sindaco di San Giorgio della Richinvelda
- Mattia Manlio – Sindaco di Sutrio
- Maurmair Markus – Sindaco di Valvasone/Arzene
- Michielin Sergio – Sindaco di Varmo
- Molinari Battista – Sindaco di Zuglio
- Moretuzzo Massimo – Sindaco di Mereto di Tomba
- Morocutti Giorgio – Sindaco di Ligosullo
- Navarria Diego – Sindaco di Carlino
- Sedran Cristian – Sindaco di Muzzana del Turgnano
- Urban Giacomo – Sindaco di Tramonti di Sopra
- Vaccher Christian – Sindaco di Fiume Veneto
PRIMI FIRMATARI – AMMINISTRATORI
- Basso Elisabetta – Consigliere comunale di Premariacco
- Casali Gianluca – Consigliere comunale di Martignacco
- Ferrari Manuele – vice Sindaco Forni Avoltri
- Marangoni Alessandro – Consigliere comunale di Artegna
- Merluzzi Lorenzo – Consigliere comunale di Povoletto
- Sorrentino Natale – Consigliere comunale Cordenons