In uno dei suoi primi libri dedicati a sostenere la necessità della decrescita ed alla divulgazione di cosa si intendesse per decrescita, Maurizio Pallante amaramente constatava che “è come voler parlare a voce in un ambiente dove un potente sistema di amplificazione sostiene contemporaneamente il concetto opposto. Non si viene ascoltati non solo perché si sostengono posizioni così contro corrente da essere respinte a priori dai più, ma anche perché non si riesce nemmeno a far udire la propria voce.“[1] Per certi versi si può dire che le cose non sono mai state proprio così, visto il vastissimo contributo di filosofi, poeti, economisti, romanzieri, politici e teologi molto autorevoli che convintamente hanno sostenuto il pensiero decrescente.
Ma è vero che l’universale propaganda di regime è riuscita a mistificare il significato delle parole decrescita e crescita .
Chi sostiene la decrescita, ritiene che devono diminuire le disuguaglianze, le povertà, gli sprechi, le emissioni climalteranti, le spese militari, ma viene percepito come sostenitore di una idea di società povera e arretrata. Chi sostiene la crescita, fa intendere che parla del benessere generale, mentre a crescere sono invece i profitti e privilegi di pochissimi, assieme alle disuguaglianze, le povertà, gli sprechi, le emissioni climalteranti, le spese militari, e realizza una società di povertà e precarietà.
I sostenitori della decrescita oggi, nella Giornata della Decrescita, sono consapevoli del fatto che, come dice il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, “il neoliberismo ha fallito“. Ma sanno anche che, almeno per il momento, citazione divenuta d’obbligo di Gramsci dalle carceri di Mussolini, “il vecchio muore e il nuovo non può nascere“. Così continuiamo ad assistere alla vergognosa concentrazione di ricchezze, mentre declinano le autentiche democrazie e il benessere sociale, e la crisi climatica minaccia la sopravvivenza degli esseri viventi. In una situazione del genere non è facile essere ottimisti. Ma, per dirla con un ottimista per antonomasia quale Noam Chomsky, raccogliamo la sfida e rinnoviamo l’impegno di lavorare per individuare strade alternative per costruire società autenticamente egualitarie, democratiche ed ecologicamente sostenibili.[2]
di Jacopo Rothenaisler
[1] Maurizio Pallante – La virtù della sobrietà;
[2] Noam Chomsky – Minuti contati